Credo che trovare un po’ di tempo per discutere di educazione fisica, ginnastica, fitness, allenamento o quant’altro possa creare cultura in questo settore, sia un dovere/diritto di ognuno di noi, per il semplice fatto che ho sempre più la sensazione che molti abbiano convenienza a delegittimare il reale peso della conoscenza nel mondo dello sport.

Ho l’ambizione di fare da oltre 30 anni educazione motoria, anzi psicomotoria, perché quando si usa il proprio corpo non si deve mai isolare il cervello, perché la consapevolezza di usare i muscoli e di usarli bene, come un’orchestra che la-
vora in sinergia per regalare la “sinfonia dello star bene”, è un momento da perseguire con ostinata determinazione.

educazione fisica

Di questo sono convintissimo, ma spesso ho un po’ la sensazione che la lotta per garantire chiarezza e professionalità in questo settore sia ancora troppo soggiogata alle leggi del mercato e dell’anticultura sportiva.
Le leggi di mercato fanno si che una buona parte dei frequentatori di palestre possano cambiare facilmente opinione in base alle mode e tendenze del momento, senza porsi troppe domande sul perché sia oggettivamente giusto cambiare. Questo fatto mi porta spesso a chiedermi: se io oggi cerco, e chiedo a Marta di fare lo stesso, di insegnarti ostinatamente, ripetendoti la tecnica fino alla nausea, un piegamento corretto delle gambe, mantenendo il bacino indietro per non caricare le ginocchia, respirando correttamente, contraendo insieme addominali e perineo per proteggere la schiena, perché “solo” piegando le gambe in questo modo ed automatizzando questo meccanismo tu puoi essere in grado di difendere la tua schiena con qualche probabilità di successo, di fronte ad una persona autorevole (ad esempio un medico, al cui cospetto noi, banali professori di ginnastica, siamo ben poco accreditati), saresti in grado di difendere il mio insegnamento? Se la tua risposta onesta è “si” vuol dire che siamo stati veramente bravi a farti sentire, con quella consapevolezza di cui parlavo prima, come si suona la “sinfonia dello star bene”, in quel brano chiamato normalmente “squat”, sinonimo di “piegamento corretto”. E questo ovviamente vale per tutti gli altri”brani”: la respirazione, la contrazione di addominali e perineo, l’allineamento posturale, la rettificazione cervicalee tanti altri…

Ma se la tua risposta onesta è “no” io non ho nessuna speranza che tu, in presenza di un’offerta di mercato migliore (+ spazio + macchinari + opzioni varie) possa scegliere i “maestri”di questa palestra…

Per cui, quando ti chiedo di aiutarmi a fare cultura in questo settore in cui tutti fanno anticultura, perché è molto semplice darti ragione quando mi dici che il tuo medico ti ha detto che il tuo problema di schiena si risolve con la panca ad inversione, potrei comprarne 10 e risparmierei un sacco di tempo ad insegnarti gli esercizi chiedendoti una quota mensile anche più alta, ma non riesco proprio a farlo, è più forte di me, non ce la faccio a dirti quello che l’anticultura sportiva vorrebbe da me solo in forza di un’aspettativa commerciale o di una delle tante soluzioni facili del moderno consumismo.
Nella ricerca della propria salute, purtroppo, non c’è spazio per le soluzioni facili che ci propongono i santoni di turno, c’è spazio per fatica, sudore e soprattutto desiderio di conoscenza per riappropriarsi del proprio corpo e della sua gestione. E allora aiutami per favore a combattere questa ennesima battaglia, per te, per i tuoi figli o per i tuoi nipoti, o semplicemente per un mondo migliore in cui credi che anche scrivere 2 righe possa dare un contributo… ti ringrazio e continuo nelle mie riflessioni:

In Italia attualmente i laureati in Scienze Motorie hanno pochi alleati. Non li trovano nelle istituzioni politiche che non promulgano leggi adeguate per garantire un servizio preventivo per molti versi “non surrogabile”. Non li trovano in diversi esponenti dei settori paramedici che fanno a gara per offrire lo soluzione più efficace, ma, piccolo particolare non trascurabile, agiscono molte volte sul sintomo, cioè sul dolore, e quasi mai sulla vera causa che, come appena detto, è sempre ricercabile nell’instabilità muscolare e nell’incapacità del controllo posturale. Vale a dire: se curo il dolore il cliente ritorna, perché prima o poi il dolore ricompare; se invece fornisco gli strumenti per auto curarsi e correggersi il cliente può anche non ritornare perché sa come evitare l’insorgere del problema (è un po’ la differenza tra “vendere pesce” e “insegnare a pescare”!!!).

E ora propongo le domande stimolo sulle quali v’ invito a “ripensare /’Educazione Fisica oggi”:

• Perché pretendo dal Ministero della Pubblica Istruzione che mi dia gli insegnanti per sapere la matematica o la grammatica, mentre non faccio una piega quando non fa nulla perché mi si insegnino quei pochi, fondamentali movimenti in grado di evitarmi il mal di schiena per tutta la vita?;

• Perché ancora troppi medici sono informatissimi sulle ultime novità sugli antinfiammatori, mentre sanno pochissimo su cosa è bene che io faccia, fisicamente, per non infiammare articolazioni e muscoli e continuano ancora a consigliare il nuoto a chi ha la scoliosi (da decenni le pubblicazioni scientifiche insistono sul fatto che per le scoliosi il nuoto spesso non solo è inutile, ma dan-
noso!)?;

• Perché io chinesiologo (teoricamente esperto nelle scienze del “movimento corretto”, teoricamente conoscitore dei metodi di prevenzione e compensazione) ti mando dal fisioterapista quando devi fare la prima riabilitazione post-operatoria, dall’osteopata e dal chiropratico quando devi essere mobilizzato passivamente e manipolato, dal massoterapista per ridurre una contrattura muscolare, ma difficilmente queste figure ti mandano da me che, per competenze professionali, dovrei essere deputato ad insegnarti il movimento corretto e le posture funzionali?

• Perché quando vado dal dirigente I.N.A.I.L. o dal dirigente scolastico, o dal titolare d’azienda (che ha tutti i dipendenti devastati dal mal di schiena) per proporre i miei progetti sulla prevenzione sanno dirmi: “bello, ma non ci sono fondi…” e accettano la mia professionalità solo gratuitamente?

Alessandro Sciandini